ESERCIZIO FISICO NELLA TERZA ETA’!

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ESERCIZIO FISICO NELLA TERZA ETA’

Prima di introdurci in questo capitolo la vera domanda che dovremmo porci è: quando si diventa anziani?

Basandoci solamente sull’aspetto temporale, vi sono diverse distinzioni riguardanti le fasce di età:

  • Età presenile: 45-60 anni
  • Età della senescenza graduale: 60-70 anni
  • Età della vecchiaia propriamente detta: 70-85 anni
  • Estrema senilità: > 85 anni

Tuttavia, se ci basassimo solo sull’età anagrafica, commetteremmo un grande errore. Quante volte vi è capitato di vedere persone più anziane di altre, muoversi meglio, con più disinvoltura, sembrare più atttive rispetto ad altre più giovani? Questo perché, per fortuna, il corpo umano è un sistema malleabile, che se abituato a certi stimoli crea un adattamento e diminuisce i processi degenerativi fisiologici, contrastandone gli effetti negativi. Al contrario, soggetti che non stimolano in maniera adeguata il proprio corpo, andranno prematuramente, o comunque con più facilità, incontro a processi degenerativi, sia di natura cognitiva che di natura motoria.

Uno dei principali aspetti con cui ci si trova ad avere a che fare quando si diventa anziani è la sarcopenia, una particolare condizione dove vi è un decremento della massa muscolare, la quale a sua volta comporta un decremento dell’attività insulinica, osteopenia, minor espressione di forza e potenza con una dimunuzione della VO2 MAX. La minor espressione di forza è direttamente correlata con un aumento della sedentarietà, dovuta la maggior parte delle volte alla cosiddetta “Fear Of Falling”, ovvero la paura di cadere, perdita di equilibrio e minor vitalità.

Non soltanto, ma si è visto come uno stato avanzato di sarcopenia, possa portare dei peggioramenti anche nella percezione della Quality of Life (qualità della vita), nei livelli di interazione sociale e nei livelli di marker infiammatori.

Oltre alla sarcopenia, un altro problema a cui si va incontro con l’avanzare dell’età è sicuramente l’osteoporosi, un processo di degenerazione ossea, anch’esso direttamente correlato con aumento del rischio di cadute, con conseguente rischio di fratture, infiammazione cronica, stanchezza e diminuzione delle attività di vita quotidiana.

Cosa fare dunque? Si è indagato che per produrre dei benefici effettivi bisognasse seguire programmi strutturati di esercizio fisico per almeno 3 volte a settimana per almeno 10 settimane. Questo intervento, con esercizi di propriocettività e di resistance training, ha portato benefici sia in termini di qualità della vita, nelle attività di vita quotidiana, nella paura di cadere e nell’interazione sociale.