LA SPECIALIZZAZIONE SPORTIVA!

Prenota

LA SPECIALIZZAZIONE SPORTIVA!

Con il termine di “specializzazione sportiva” si intende la scelta di praticare un solo sport per più di 8 mesi, con l’abbandono e la non pratica di altri sport. Questa condizione può emergere in seguito a diversi fattori, tra cui principalmente: volontà del bambino di emergere a livello elitario in un determinato sport e volontà dei genitori nel fare emergere il proprio figlio in un determinato sport.

Che cosa ci dice la scienza? Diversi giornali e riviste scientifiche internazionali, sconsigliano l’ultra specializzazione sportiva in quanto porterebbe a un aumento del rischio di infortuni da uso eccessivo, abbandono precoce delle attività (bornout) e disturbi psicologici. D’altra parte, il CIO nel 2015 ha suggerito come l’ultra specializzazione sportiva, con adeguate precauzioni e un sistema di supporto, possa non essere un problema e consenta di far vivere anche ai ragazzi in tenera età, esperienze positive.

Cosa fare dunque?

Una delle principali preoccupazioni è che la specializzazione precoce è stata associata a un aumento dei carichi di allenamento e di competizione. Da un punto di vista biomeccanico, questi possono provocare un’esposizione eccessiva a uno spettro ristretto di movimenti ripetitivi del corpo, senza un intervallo adeguato per il recupero.

L’AAP (American Academy of Pediatrics) consigliava ai giovani atleti di prendersi da 1 a 2 giorni di riposo a settimana per garantire un recupero adeguato. Questi atleti dovrebbero anche discutere le loro aspirazioni sportive con il personale appropriato e valutare la praticità di questi obiettivi.

Sempre l’AAP, AMSSM (American Medical Society for Sport Medicine), e AOSSM (American Orthopaedic Society for Sports Medicine) hanno approvato il ritardo della specializzazione fino alla tarda adolescenza. A questa età, gli atleti hanno già affinato le abilità fisiche, psicologiche e sociali necessarie per specializzarsi efficacemente in un singolo sport.

Nonostante i limiti metodologici di alcune delle ricerche esistenti, risultati coerenti hanno collegato alti gradi di specializzazione sportiva con tassi più elevati di lesioni, in particolare lesioni da uso eccessivo. Queste lesioni auto-riferite includevano malattia di Osgood-Schlatter, dolore femoro-rotuleo e sindrome di Sinding-Larsen-Johansson. Inoltre, gravi lesioni da uso eccessivo, sono generalmente definiti come quelle che comportano la perdita di 1 mese o più di tempo dal gioco o dalla partecipazione. Questi includono spondilolisi, osteocondrite dissecante, lesioni ai legamenti e fratture da stress. Gravi infortuni da uso eccessivo sono stati notati più frequentemente in atleti giovani specializzati in sport individuali rispetto agli sport di squadra.

Oltre allo stress fisico, si ritiene che anche l’allenamento intenso inerente alla specializzazione sportiva giovanile influenzi il benessere psicosociale di un atleta, sebbene manchi una ricerca basata sull’evidenza su questa relazione. Sono stati postulati numerosi fattori per spiegare questa potenziale associazione; ad esempio, un allenamento intenso può portare all’isolamento sociale, che può impedire la normale formazione dell’identità di un atleta. Le caratteristiche intrinseche, come il perfezionismo e fattori esterni, come le aspettative irrealistiche stabilite da genitori e allenatori, possono provocare un eccessivo stress psicologico. Questo può, a sua volta, portare a strategie di coping disadattive, perdita di motivazione, disturbi dell’umore e infine esaurimento.

Gli autori di una revisione di specializzazione sportiva sintetizzano che la maggior parte degli studi hanno suggerito che la formazione intensa o specializzata dovrebbe avvenire dopo l’età dei 12 anni. Tuttavia, se il percorso del giovane atleta può essere seguito da un team multidisciplinare e in maniera consona a livello motorio, potrebbe anche valerne la pena intraprendere un percorso di specializzazione sportiva.